Abolire il listino per rendere possibile il rinnovamento
Scopelliti e Loiero hanno forze cospicue in Consiglio regionale – almeno così dovrebbe essere – per fare una battaglia che tolga di mezzo il listino. Condivido le preoccupazioni di Franco Corbelli, leader del Movimento Diritti Civili. Se sono contrari, come dicono, i due leader del Pdl e del Pd, non hanno che da agire. Perché, altrimenti, dirlo ma non farlo sa di presa in giro. Mi auguro che oltre ad abolire il listino rendano possibile la reale partecipazione delle donne e il rinnovamento della rappresentanza. E, ora che ci sono, aboliscano l’introduzione scandalosa del Consigliere Regionale supplente, i Sottosegretari e l’aumento, semplicemente impresentabile, dei Consiglieri regionali che da 50 arrivano a 63, 64. Cosi come è il caso di ridare vita alla Consulta Statutaria, al Crel e alla Consulta per l’Ambiente che sono state abrogate e che sono la porta di comunicazione tra la politica e la società civile. A mio avviso, tutta l’impalcatura statutaria andrebbe ridiscussa urgentemente, ma non nelle chiuse stanze della politica, bensì rendendo partecipi, in una vera stagione costituente, i calabresi, il mondo dell’economia e della società. E’ urgente recuperare il valore della partecipazione della società civile alle scelte importanti, anzitutto del sistema autonomistico che, questo regionalismo accentratore, ha quasi distrutto. Rispetto alle previsioni di pari ordinazione costituzionale di Comuni e Province, infatti, la Regione ha finito con l’interpretare una funzione di accentramento, umiliando, istituzionalmente e politicamente, il concorso del pluralismo territoriale voluto dalla Costituzione. Se non si fossero persi mesi e mesi per discutere di primarie e secondarie, tra l’altro poi fallite clamorosamente, a quest’ora forse qualcosa di utile si sarebbe potuto costruire.