L’abolizione del Consigliere supplente: una scelta di buon senso


La cancellazione della figura del Consigliere Regionale supplente, introdotta nella riforma dello Statuto della Regione votata di recente, che avrebbe fatto ridere l’Italia, è un elemento positivo. Si vede che, dopo le insistenze della società civile, il buon senso ha prevalso. Sarebbe interessante, per comprendere le dinamiche clientelari che animano questa politica, capire come sia stato possibile escogitare una figura cosi grottesca, costosa e inutile per i calabresi come il Consigliere Regione supplente, ma immagino che la risposta ce la possiamo dare da soli. Resta tuttavia il numero altissimo di Consiglieri Regionali: 50 (la scorsa legislatura erano 40) che, sommati ai 4 assessori esterni ed ai 2 Sottosegretari, arrivano a 56. Mi chiedo, quindi, e chiedo alla gente perbene della Calabria che per sbarcare il lunario non sa come fare: servono davvero cosi tanti Consiglieri Regionali ed è cosi indispensabile dare loro la stessa remunerazione di un manager di una grande azienda produttiva in una Calabria che è letteralmente in ginocchio e dove 30 Consiglieri Regionali sarebbero più che sufficienti? In una Calabria che ha una Regione improduttiva, il “Pil” più basso d’Europa ed è considerata la più povera d’Italia? A mio avviso, si è ancora ben lontani da ogni riforma seria dell’Istituzione Regione, ben lontani ancora dall’avere una Regione utile per i calabresi perché ancora i calabresi non hanno voce, ancora i calabresi non contano nulla e questa politica agisce come gli pare e piace.

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