OLTRE I PROBLEMI, RACCOGLIAMO LA SFIDA DEL PORTO
Ho letto con particolare interesse l’articolo a firma di Don Pino Demasi dal titolo “Sul porto si deve andare oltre” pubblicato da Il Quotidiano del 25 gennaio e vorrei associarmi alle sue considerazioni.
Come molti sanno, di recente, ho acquistato un magazzino frigorifero all’interno dell’Area Portuale di Gioia Tauro. Quando all’inizio dello scorso anno mi si è presentata la possibilità di fare questo acquisto ho colto l’opportunità di concretizzare l’idea (a cui da molto tempo pensavo) di contribuire concretamente allo sviluppo dell’interporto di Gioia Tauro attraverso un mio progetto imprenditoriale.
Ho, infatti, sempre guardato all’enorme potenzialità rappresentata dal Porto di Gioia con particolare rammarico e amarezza per il suo mancato sviluppo. Io sono uno di quei calabresi che aveva davvero creduto nella svolta, nel miracolo economico rappresentato dall’avviamento del Porto di Gioia. A distanza di pochi anni ci siamo dovuti scontrare con il suo lento declino che ci ha lasciati delusi e ulteriormente ridimensionati come se, per una sorta di maledizione, non potessimo sfuggire, noi calabresi, al nostro destino di eterni ultimi.
Eppure, come giustamente fa notare Don Pino, i problemi e soprattutto il problema della ndrangheta (e della mafia in genere) esiste anche negli altri scali nazionali e internazionali. E allora mi chiedo, dove bisogna ricercare le reali motivazioni di questo declino? Ci sono forse motivazioni occulte che ci sfuggono?
In questi mesi di assidua frequentazione dell’interporto ho incontrato tante persone che non hanno ancora perso la speranza, che hanno tanta voglia di lavorare, che desiderano ripartire, dal Porto, per costruire il proprio futuro e contribuire al sogno di uno scalo portuale funzionante, funzionale e volano di reale sviluppo per una terra che è sempre più abbandonata e arretrata rispetto al resto del Paese e dell’Europa.
Spero in cuor mio che la mia iniziativa sia emulata anche da altri imprenditori, calabresi e non, per ridare vitalità, fiducia e speranza ad un grande progetto che davvero potrebbe risolvere i problemi di disoccupazione dei calabresi e richiamare – per come dicono gli esperti – anche altri lavoratori in Calabria.
Mi associo quindi all’esortazione di Don Pino Demasi, di andare oltre i problemi e oltre la ‘ndrangheta, e la rafforzo incitando i soggetti istituzionali, politici, dirigenziali ad accogliere questa grande sfida e a lavorare sinergicamente per rendere attrattivo il nostro Porto, farlo funzionare e sviluppare.
Sarebbe un grande atto d’amore nei confronti di questa terra e un grande atto di responsabilità nei confronti delle migliaia di giovani che sono costretti ad abbandonare casa e affetti per costruire il loro futuro altrove.
Pippo Callipo