Pippo Callipo sul “ring” dà il via alla sua rivoluzione: «Niente partiti in giunta. E rinuncio allo stipendio da governatore»
Il candidato alla Presidenza della Regione si sottopone senza filtri alle domande del pubblico e lancia la sua idea di cambiamento radicale: «Stop alla mafia con la penna che ha piegato interi settori economici a esigenze diverse da quelle della collettività». E ancora: «Capisco la sfiducia della gente ma per me parla la mia storia. Ci porteremo il letto alla Cittadella e lavoreremo 24 ore al giorno»
Nessun tavolo, niente barriere, solo un ring aperto e un confronto serrato, senza mediazioni né filtri. È anche nel linguaggio comunicativo la novità assoluta rappresentata da Pippo Callipo. Inedito l’approccio scelto per l’avvio ufficiale della sua campagna elettorale per le elezioni regionali del 26 gennaio 2020: un palchetto al centro di una sala gremita, con l’aspirante governatore affiancato dal giornalista Ugo Floro, e tutto il pubblico intorno. Un allestimento dal notevole impatto visivo che ha fatto da teatro all’iniziativa “Cento domande per Pippo”, tenutasi al “T Hotel” di Feroleto Antico, nel Lametino.
«Dobbiamo credere nelle persone – ha detto Callipo –, io voglio che la gente, disillusa da troppi anni di cattiva politica, torni ad avere fiducia». L’inizio della «rivoluzione» di Pippo Callipo è scandito da un botta e risposta che non ha nulla di preconfezionato e in cui il candidato alla Presidenza della Regione fa risuonare le sue parole d’ordine: fiducia, concretezza, libertà, ascolto. «Dobbiamo liberare i calabresi: ne hanno piene le tasche di essere sudditi dei soliti noti. Dobbiamo riprenderci i diritti che la Costituzione riconosce ma che finora non abbiamo avuto. Questa è la vera occasione per il riscatto. Ci rialzeremo con le nostre forze. E io non mi chiuderò nel palazzo per dire “sono tutto io e faccio tutto io”».
Callipo ha ribadito che non tratterrà per sé «nemmeno una delega» e che coinvolgerà nel governo della Regione «persone che rappresentano l’eccellenza nel settore di cui sono chiamate a occuparsi». Un cambiamento «radicale» iniziato già con la composizione delle liste, che proseguirà con la giunta – in cui «non ci saranno rappresentanti dei partiti» – e che non si fermerà nemmeno davanti a quella che l’aspirante governatore chiama da sempre «mafia con la penna», riferendosi «senza generalizzare» a quella parte di burocrazia che «ha piegato interi settori economici a esigenze diverse da quelle della collettività».
Con il segretario del Pd Nicola Zingaretti, che tornerà in Calabria l’8 gennaio, «si è creato – ha aggiunto – un rapporto politico ma anche umano, di amicizia, perché lui ha capito qual è il mio sogno per la Calabria e vuole aiutarmi a realizzarlo». Ma a dare «grande forza» a Callipo sono soprattutto «le tante persone che non conosco e che mi stanno dimostrando di avere fiducia in me, perché il sostegno degli amici e degli alleati l’ho sempre percepito».
«Capisco la sfiducia della gente – ha detto ancora Callipo – ma io sono libero e per me parla la mia storia, sono sempre andato avanti senza chiedere favori a nessuno». Quindi l’annuncio: «Rinuncio fin da ora all’indennità di carica da presidente di Regione, che sarà destinata a un fondo per il sociale».
Tanti gli argomenti affrontati nell’incontro, dalla disabilità alla rappresentanza di genere, dalle opportunità per i giovani all’appello a «consumare prodotti calabresi». Fino all’apertura alle Sardine – «se non partecipiamo, se non ci incazziamo, non risolviamo niente» – e al passaggio sui 5 stelle – «molti di loro ci voteranno». Con un messaggio chiaro: «Noi ci porteremo il letto alla Cittadella e lavoreremo 24 ore al giorno, perché bisogna dare una svolta dal 27 gennaio e far capire ai calabresi che quella è la loro casa».