Vado avanti senza indugi per cambiare la Regione
Non mi lascerò tirare dentro il teatrino parolaio dell’inaffidabile politica calabrese, che ha un solo obiettivo: garantirsi la continuità, forse perché molti politici, se perdessero la poltrona dopo 20 o più anni di carriere spesso immeritate, non saprebbero che cosa fare. Non è il mio caso. Per me, e per tutti coloro che sostengono il progetto di rinnovamento che presenteremo il 16 gennaio a Lamezia Terme insieme ad associazioni, esperti, cittadini e agli onorevoli De Magistris e Di Pietro, la Calabria viene prima di tutto. Il quadro dei problemi che l’affliggono è chiaro ormai a tutti. In primis: la spesa pubblica distorta e l’utilizzazione fallimentare della stessa….
…Dopo decenni di massicci finanziamenti nazionali e comunitari, il dislivello di sviluppo fra la Calabria e il resto del Paese è aumentato non diminuito. La Calabria, oggi, è la regione più povera d’Italia e quella che ha il “Pil” più basso d’Europa e se non fosse per i sacrifici delle piccole imprese, che al meglio tirano la carretta, il sistema-regione potrebbe chiudere. Secondo problema grave: la commistione politica/malaffare/criminalità. La mafia non si combatte soltanto con una repressione, che ci auguriamo sia sempre più radicale e intransigente, ma tagliando i suoi legami con la mafia della penna e la peggiore burocrazia. Ed è inutile girarci intorno: alla Calabria occorre una classe dirigente nuova, competente e motivata. Mi spiace che ancora le Istituzioni nazionali ed i vertici dei partiti non riescano a passare dalle parole ai fatti, quando trattano i problemi del Sud, dove il livello d’inquinamento della politica locale è grave e la situazione, come dimostrano la bomba contro i magistrati reggini e il caos di Rosarno in cui l’assenza della Regione è scandalosa, è al limite della tollerabilità. Mi chiedo cos’altro debba accadere, in Calabria, per fare in modo che l’Italia prenda coscienza che c’è una regione calpestata e in cui i diritti fondamentali dei cittadini sono, di fatto, sospesi. Questa è l’occasione buona non per ridare ossigeno alla vecchia politica, ma per mettere assieme il meglio della Calabria col meglio del Paese e fare, in Calabria, una rivoluzione pacifica che ridia credibilità alla Regione e ristabilisca il principio di legalità nell’amministrazione della cosa pubblica. Spesso, sempre più, la Calabria che è fuori dai Palazzi della politica reagisce e s’indigna, ma questa disponibilità non va tenuta più alla porta, e se in Italia c’è nella politica una nuova sensibilità occorre che essa venga fuori e inizi a dire parole chiare. Per quanto mi riguarda, il gioco politico e l’inciucio non mi appartengono. Io sono dalla parte dei cittadini. Ritengo di essere un calabrese innamorato della Calabria e questa volta sono sicuro che i calabresi hanno capito qual è la posta in gioco: o la Calabria la cambiamo o, se ancora una volta dovessero prevalere la politica politicante, i cacicchi e i loro signorsì, non ci sarà futuro.
Pippo Callipo